Sport da Combattimento e Arti Marziali

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La principale differenza tra gli sport da combattimento e le arti marziali, è che nello sport da combattimento si dà molta importanza alla vittoria Katsu 勝 e puoi perdere ma aver combattuto bene! Nelle arti marziali non è importante combattere bene, ma è più importante non perdere Makenai 負けない, perdere vuol dire morire, questo perché le arti marziali sono nate in epoca di guerra, per un artista marziale la vita è molto importante, non solo la propria ma anche quella degli altri, togliere la vita per cose banali non ha senso, e dovrebbe essere l’ultima risorsa.

Negli sport da combattimento solitamente si studia una gamma di tecniche limitate al proprio sport da combattimento che ne rispettino le regole, si dà importanza alle combinazioni e si inizia fin da subito con lo sparring, questo lo rende meno accessibile per alcuni tipi di persone. Le arti marziali al contrario è per tutti vi è uno studio delle basi e dei Kata molto completo, in alcune arti marziali si cerca la perfezione del movimento tecnico, parlando della mia arte nello specifico per noi il Kata si è importante per costruire delle buone fondamenta, ma ancor più importante è lo studio degli Henka 変化che ti porta a preparati inconsciamente per il combattimento, si impara a controllare sé stessi e gli altri, e a sopportare il dolore imparando a utilizzare i punti vitali.

 

Nello sport si è “competitivi” in media fino ai 30 - 40 anni al massimo, nelle arti marziali è diverso, come descritto nel Fushikanaden del trattato No, si esprime l’arte in base alla propria età giovanile, adulto e anziano utilizzando le varie peculiarità, e a parte questo, non importa l’età il sesso o la corporatura, si può essere aggrediti in qualsiasi momento e da più persone diversamente dagli sport che vi è il gong a segnare l’inizio e la fine dell’incontro.

Negli sport da combattimento in genere vi sono molte regole, fra cui categorie per peso, e sesso, e si combatte uno contro uno, e limiti di tempo, nelle arti marziali non c'è nulla di tutto questo. Nelle arti marziali si poteva combattere per un giorno intero con più avversari e con diversi tipi di armi.

Nello sport da combattimento si può studiare il proprio avversario per contrastare le sue tecniche o combo preferite. Nelle arti marziali ci si allena per affrontare l’ignoto, sarà molto forte e più grosso di noi? Conoscerà qualche arte marziale o sport da combattimento? Sarà armato? Lo aiuteranno i suoi amici?

Una volta un mio allievo mi chiese cosa pensassi del calcio ad ascia, gli risposi che è una tecnica come un’altra. Ogni tecnica può essere utile se la si sa usare e si applica con la giusta distanza e giusto tempismo, il punto non è se una tecnica sia più e meno efficace di altre, possono essere tutte utili se le si sanno applicare. Ma ancora più importante è non avere un Tokuiwaza 得意技 (tecnica preferita, o tecnica distintiva), anticamente nelle arti marziali le tecniche più segrete venivano insegnate solo a pochi allievi, questo perché, altrimenti potevano essere studiate per essere contrastate, per questo nel Bujinkan Dojo si insegna a sublimare il Tokuiwaza e essere pronti a tutto.

 

Ci sono sportivi e coach che intraprendono il loro sport con la filosofia marziale e artisti marziali che praticano l’arte come uno sport da combattimento, se si riesce a trovare l’equilibrio è un’ottima cosa, perché in questo modo il praticante può crescere come una persona completa rispettoso degli altri e disciplinato.

È importate sapere che, se l’allenamento è incentrato sulla gara si potrà essere limitati nella difesa personale, perché per la difesa personale non ci sono regole limitanti, ed allenarsi con dei limiti (regole) può portare a comportamenti e movimenti meccanici che vanno contro il movimento naturale, importante per la difesa personale, oltre ad avere un freno a usare tecniche che in gara sarebbero vietate, ed è anche vero che se ci si allena solo nel Kata per la perfezione del movimento non si sarà in grado di reagire ai cambiamenti del combattimento reale. Per questo di deve trovare il giusto equilibrio.

 

Che si pratichi sport da combattimento o arti marziali, a mio avviso, la cosa più importante è il rispetto per gli altri, nelle arti marziali asiatiche si inizia l’allenamento con il saluto e si finisce sempre con un saluto, non è una questione di chi sia più forte o quale tecnica sia la migliore, si può sempre sviluppare una strategia o una contro tecnica, si deve essere coscienti che tutti possiamo sbagliare e essere sempre umili, si sa come si inizia un combattimento ma non come finisce, si rischia la propria vita e altrui con conseguenze penali che potrebbero rovinare per sempre la propria vita e quella altrui, si deve evitare di avere comportamenti maleducati, arroganti cercando di dimostrare di essere il più forte per rafforzare il proprio ego, dal punto di vista buddista (da cui molte arti orientali traggono la loro spiritualità) le persone che seguono questa via vivono costantemente nel mondo degli Ashura 阿修羅, cioè vivono costantemente nel conflitto sempre in competizione con tutto e tutti, il vero artista marziale non ha bisogno di dimostrare niente a nessuno e si allena per il proprio perfezionamento mentale, spirituale e tecnico.

 

Vi è una storia su Tsukahara Bokuden che illustra il concetto di vincere senza combattere; Bokuden stava attraversando il lago Biwa su una barca con un Samurai dall’aspetto rozzo che si vantava della sua abilità marziale con tutti i passeggeri che stavano ascoltando, Bokuden si sedette come sonnecchiando ignorandolo. Il giovane e orgoglioso Samurai notò che anche Bokuden portava due spade e gli chiese quale stile avesse studiato. Bokuden rispose: “La mia arte si chiama Muto Ryu (scuola senza spada)”.

Il Samurai stizzito sfidò il maestro. “Intendi davvero combattere contro di me senza spade?” “Perché no?” Rispose Bokuden. I due concordarono di andare su un’isola per non ferire nessuno dei passeggeri per sbaglio. Mentre arrivavano sull’isola, il giovane saltò giù dalla barca, estrasse la spada ed era pronto per il combattimento. All’improvviso Bokuden prese il remo e si allontanò, lasciando il Samurai arrabbiato da solo sull’isola. Bokuden, sorridendo mentre remava allontanandosi, disse: “Questa è la mia scuola senza spada”.

 

Qualsiasi delle due scegliate, scegliete un insegnante che vi insegni correttamente e che dia priorità ai valori giusti.

Luca Lanaro (勇駒)

Tsukahara Bokuden  ESCAPE='HTML'