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Bujinkan Honbu & Tokyo Budokan Bujinkan Dojo Soke Masaaki Hatsumi Dr. Masaaki Hatsumi - Artist of Life

Il Dojo 道場

Dojo

Il Dojo a differenza della Palestra non è un luogo dove si paga per avere dei servizi. Il Dojo 道場 tradotto letteralmente come “il luogo della pratica della via”, deriva dal termine utilizzato per indicare la sala di meditazione dei monaci Buddisti, termine che poi venne utilizzato per definire il luogo della pratica nelle “Arti marziali” Budo 武道. Si deve pensare che l’insegnamento del Budo era riservato solitamente alla casta Samurai 侍, e quindi a quei guerrieri Bushi 武士 che servivano un signore feudale Daimyo 大名. E non sempre si poteva entrare liberamente in un Dojo, spesso succedeva che si doveva stipulare un documento di riservatezza e vincolante dove non era permesso allenarsi in altri Dojo, oppure si doveva prima dimostrare la propria umiltà e pazienza facendo le pulizie per un determinato tempo che poteva variare da persona a persona, e solo dopo essere ammessi agli allenamenti, oppure si veniva messi alla prova in altro modo, per esempio si doveva fare da avversario e quindi prendere botte e essere lanciati fino a che non si sveniva, prima di essere introdotto alle tecniche (questo accadde a Takamatsu Sensei).

Un detto recita; “Quando l’allievo è pronto, il maestro appare”, quando si trova un vero Maestro (Sensei 先生), non è detto che ci accetti, questo dipende dalle intenzioni che si hanno e dai propri preconcetti, se si pensa di entrare in un Dojo e di imparare solo quello che si vuole senza dare retta al insegnante e quindi senza rispettare i suoi insegnamenti, si rimarrà delusi perché non si comprederà quello che l’insegnante cerca di insegnarci. L’insegnante inoltre può insegnare solo le basi, e indicare la via da seguire indicando come fare gli Henka 変化 (varianti) e come poi poter trascendere la tecnica trasmettendolo ad un livello superiore per Isshindenshin 以心伝心 (trasmissione da cuore a cuore), questo secondo il modo tradizionale di insegnamento Shuhari 守破離 (copiare, variare, trascendere). Per poter imparare è quindi importante essere umili e rispettare l’insegnante, una volta il Maestro aveva diritto di vita e di morte sul proprio allievo, e se l’allievo avesse provato a mettere alla prova il Maestro, lo avrebbe fatto a rischio della propria vita.

Il vero Maestro a sua volta è stato allievo e nonostante sia una persona normale e come tale soggetto al errore come ogni essere umano, a volte quello che potrebbe essere un suo errore, in realtà è una prova per l’allievo, del resto si deve comprendere il Kyojitsu Tenkan Hou 虚実転換法 (l’alternarsi del vero e del falso), cosa è giusto o sbagliato? Qual’è la realtà?

Entrando in un Dojo dove viene praticato l’autentico Budo, si dovrebbe dare per scontato che nella pratica non solo vi sarà la fatica ma anche il dolore. Il dolore per la crescita è molto importante, ovviamente tralasciati i casi particolari, si dovrebbe imparare a perseverare e a sopportare ogni tipo di dolore mentale, fisico e spirituale, questo farà si che si avrà enormi benefici nella propria vita, perché si sarà in grado di superare i propri limiti. Il dolore avvicina anche i compagni perché si affida a loro come al nostro insegnate la nostra vita questo fa si che si diventi “Amici Marziali” Buyu 武友, che è un’amicizia differente da quelle normali e questo fa sì che il Dojo abbia anche una connotazione quasi familiare con l’allievo anziano Senpai 先輩 che aiuta l’allievo più giovane Kouhai 後輩 che lo rispetta, il Dojo è anche il luogo dove si devono superare le varie differenze, sesso, pelle, cultura e preconcetti verso gli altri, lasciando i problemi fuori dal Dojo, così facendo in realtà i problemi non sono ignorati ma verranno superati in maniera naturale, perché se non si pensa non si discrimina, però non si deve pensare che nel Dojo vi sia la democrazia, ma il Maestro può ascoltare i propri allievi, se essi sanno quando è il momento giusto per parlargli.

Alla fine di ogni allenamento gli allievi si prendono cura del Dojo pulendolo e rimettendo a posto le armi e l’attrezzatura, questo deriva dalla connotazione militare, perché se non ci prendeva cura delle proprie ami o della pulizia, nel campo di battaglia si andava incontro alla morte, per malattia o per la rottura delle armi e dell’equipaggiamento.

Il codice del Dojo:

  1. Sapere che la pazienza viene per prima.
  2. Sapere che il cammino dell'Uomo viene dalla giustizia.
  3. Rinunciare all'avarizia, indolenza e ostinazione.
  4. Riconoscere la tristezza e le preoccupazioni come naturali, e cercare il cuore immutabile "Fudoshin".
  5. Non allontanarsi dal cammino di lealtà e amore fraterno e scavare sempre piú profondamente nel cuore del Budo.

Il precedente codice è parte delle regole del Dojo.

Meiji 23 (1890) Primavera, Toda Shinryuken Masamitsu
Showa 33 (1958) Marzo, Takamatsu Toshitsugu Uou
Hatsumi Masaaki Byakuryu

dojo_kamiza

Shihan Luca Lanaro ©


Bujinkan Dojo Genova

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